Il bomber è sicuramente un altro figlio degli anni ’80, nato dall’unione tra i paninari e le sfitinzie. Figlio di quegli anni perché è in quel periodo che è diventato di moda, che è diventato un “must have”, ma in realtà il bomber è un po’ più vecchio, e durante gli anni ha acquisito significati diversi.
I primi bomber si sono visti durante la prima guerra mondiale, come uno dei capi di abbigliamento dei piloti d’aereo Americani, e di quella versione è rimasto, in particolare ancora oggi, il colore, lo storico verde mimetico.
Come dicevo, negli anni i bomber hanno vissuto appartenenze diverse: dai paninari degli anni ’80 agli skinhead degli anni ’90, dall’alta moda al mondo hip hop. Un capo super versatile quindi e che in tutti questi anni ha foto pochissimi lifting: la forma è infatti rimasta la stessa negli anni, con le maniche belle comode ed i bellissimi elastici sia sui polsi che in vita, e solo i colori ed i tessuti (pelle, cotone, pelliccia, sintetico, ecc) si sono moltiplicati facendolo diventare un giubbotto adatto sia per l’inverno che per la mezza stagione.
La sua forma è stata parecchio copiata dagli altri giubbotti, basta pensare ai piumini: quanti ce ne sono in giro oggi “fatti a bomber”? E le “Sukajan Jacket” a cosa assomigliano? Ma questo è un’altro, bellissimo discorso…
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Max nasce nel 1975 a San Rocco al Porto e si trasferisce a Milano nel 2000 causa lavoro e amore.
Inizia da subito a lavorare nella moda e ci rimane fino a oggi, anche se in maniera un po’ diversa: oggi è un consulente eventi e comunicazione. Ritiene la borchia il ghb dei ragazzi moderni, ma solo fino a quando non verrà sostituita dalle piume.
Convinto che Russell Crowe sarà il suo prossimo fidanzato, adora tutto quello che gli assomiglia. Da qui e dal suo aspetto fisico, deriva l’appartenenza a una minoranza gay: i bears! Adora i Club Dogo e crede di essere ancora un’adolescente, continuamente alla ricerca del grande amore, ma soprattutto adora la moda e tutto quello che gli gira intorno.